“Mai più trivelle in Basilicata”, “Non servono più le parole ma contano i fatti” e intanto la gente di Pisticci e della Val Basento continua a morire.

06.10.2014 18:54

. “Ho una rabbia dentro,  non so che farei, circa una settimana fa è morta una mia amica con un tumore al seno, aveva solo quarantaquattro anni”(dice Francesco di Pisticci). “La gente si è sentita male  trovandosi  con la macchina dietro a uno dei tanti tir non identificati che trasportano veleni al Tecnoparco, per non parlare poi di quello che in passato è stato sepolto sotto la Pista Mattei”(aggiunge un altro cittadino). E’ questa la cruda e triste realtà in cui ieri sera i Comitati civici Per Senise: Rifiuto! e Rifiutiamoli, Per Sant’Arcangelo e Muoviamo Tursi si sono imbattuti partecipando all’incontro “Mai più trivelle in Basilicata”, organizzato presso il Centro della Creatività di Marconia di Pisticci (TILT) dal direttore artistico Rocco Calandriello. E intanto c’è chi fra i “signori”  barricato nella propria “fortezza” a Potenza in Via Verrastro 2 di fronte alla gente che ancora grida: “stiamo morendo!” pur di non annientare  il “mostro” decide di spostare un intero quartiere: Pisticci Scalo. Ma la parola rassegnazione, nonostante le difficoltà e lo scioglimento del Forum Ambientale Permanente (FAP) forse per colpa di chi fra i “signorotti” locali ha deciso di eseguire gli “ordini”, non appartiene ai cittadini.  Un unico grido di rabbia e di dolore che dalla Val Basento alla Val D’Agri si alza forte e non divide ma unisce e mobilita l’intero popolo lucano contro la filiera della morte: il petrolio e i rifiuti.  Una discussione serrata -quella di ieri sera- che ha visto tutti i presenti accomunati da un’unica volontà: dobbiamo reagire! Sensibilizzazione, rete e azione, questi i punti principali del programma di un nuovo percorso contro l’ennesimo tentativo di distruggere la nostra terra e di quanti hanno deciso di restare in Basilicata e lottare per cambiare le carte in gioco. Battaglia durissima, che ci vede privati anche delle risorse vitali come l’acqua, l’aria e il suolo, oltre agli affetti più cari , vittime senza colpa di uno scempio che dura ormai da troppi anni. In nome di chi ci seguirà nel futuro, abbiamo il dovere di impegnarci tutti in prima persona affinché la Basilicata cambi.