Gerusalemme in una spirale di odio e violenza

19.11.2014 13:09

Il sanguinoso attacco alla sinagoga di Gerusalemme avvenuto ieri ha fatto ripiombare Israele nell’incubo. Il bilancio delle vittime parla di quattro rabbini morti, uccisi durante il rito della preghiera mattutina. Sette i feriti. Deceduti anche un poliziotto e i due attentatori, freddati dagli ufficiali delle forze dell’ordine israeliane. Il premier Benjamin Netanyahu aveva promesso una risposta immediata e stanotte l’esercito e la polizia israeliani hanno distrutto la casa del palestinese ritenuto responsabile dell’attentato in cui il 22 ottobre scorso rimasero uccisi un neonato e una giovane donna, investiti da un’auto ad alta velocità. Altre abitazioni palestinesi subiranno la stessa sorte, incluse quelle dei cugini Oday e Ghannan Abu Jamal, gli autori della strage di ieri. Intanto, a Gerusalemme la violenza è esplosa in diversi quartieri cittadini, con ripetuti scontri fra polizia e palestinesi a colpi di sassi, petardi, armi da taglio. Numerosi i feriti e gli aggrediti fra i civili di entrambi i fronti. Lo “Shin Beth”, l’agenzia di intelligence israeliana, ha arrestato 23 estremisti ebrei e 4 palestinesi. Il ministro della Sicurezza Interna Yizhak Aharonovich afferma che “non è un’Intifada”, ma le misure di sicurezza sono in crescendo: si prevede una nuova normativa che faciliterà il possesso di armi da parte dei civili.  Intanto, centinaia di fedeli sono tornati a pregare collettivamente alla sinagoga di Har Nof assaltata ieri. Israele ha seguito la liturgia in diretta tv e radio.  Da Roma, il Papa ha espresso il suo cordoglio: “Questa violenza inaccettabile non risparmia neanche i luoghi di culto. Costruire la pace è difficile ma vivere senza è un tormento. Bisogna prendere decisioni coraggiose per porre fine a questa spirale di odio”.