Maltempo, Wwf: accordo Renzi-Regioni per derogare direttive Ue
Mentre il vice segretario alla presidenza, Graziano Delrio e il Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli , sono impegnati in una serie d’incontri con le istituzioni locali delle zone colpite dall’ultima ondata di maltempo, tra cui Liguria, Piemonte e Lombardia, l’associazione ambientalista WWF ha lanciato una nuova critica al governo sottolineando che “il rimpallo di responsabilità in corso sul dissesto idrogeologico tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e le Regioni è solo un teatrino”-
Infatti, in una nota il Wwf denuncia che “Renzi e le Regioni si sono già messi d’accordo per derogare dalle direttive comunitarie”, sottolineando che “sono stati prorogati i fallimentari Accordi di programma del 2010 tra Stato e Regioni e il governo ha nominato proprio i Governatori regionali come Commissari regionali contro il dissesto idrogeologico”.
“Così per la Liguria il Commissario straordinario è l’onorevole Claudio Burlando, il Governatore regionale, lo stesso che con le sue Giunte ha portato avanti leggi per la riduzione delle fasce di inedificabilità lungo i fiumi, denunciate dal Wwf già nel 2011″, evidenzia l’associazione.
“C’è un’Europa che potrebbe salvarci perché ci ha dotati di strumenti preziosi, le Direttive acque (2000/60/CE) e alluvioni (2007/60/CE) con cui ha chiesto da anni a tutti i Paesi membri di avviare un serio governo delle acque e di definire dei piani di gestione per il rischio alluvionale”, ha poi aggiunto Wwf, spiegando che quelle Direttive, “ci obbligherebbero ad istituire le Autorità di distretto per avviare una pianificazione a livello di bacino idrografico, l’unica unità territoriale riconosciuta come adeguata per far fronte alla riduzione del rischio idrogeologico e coordinare serie politiche di gestione dell’acqua”.
“L’Unità di Missione di Renzi ha individuato gli interventi in base alle segnalazioni delle Regioni, senza alcun coordinamento tra di loro e al di fuori di logiche di bacino”, ha poi denunciato l’associazione pure sottolineando che “sia ben chiaro ci sono molti interventi necessari e urgenti, sul Seveso, sul Tagliamento, l’Arno…”.
Ma avverte il Wwf che “avendo le Regioni individuato le liste prioritarie secondo le rispettive realtà, che non necessariamente coincidono con quelle dell’intero bacino idrografico (se interregionale), ci sono interventi che possono causare effetti collaterali non graditi alle Regioni vicine, come ad esempio la ricalibratura delle arginature del Tagliamento in sinistra proposto dal Friuli Venezia Giulia che, in caso di piena rilevante, comporterebbe senz’altro effetti nella sponda destra (Veneto), oppure la diaframmatura di alcuni argini a monte (FVG) che sposterebbero a valle (Veneto) il rischio”.
Così come potrebbe causare effetti negativi anche “la realizzazione di alcune casse di laminazione nel tratto vallivo del Livenza (Veneto), mentre il piano stralcio redatto dall’Autorità di bacino indica di iniziare le opere di laminazione da monte (Pordenone, FVG)”.
Tra le altre preoccupazioni espresse dal Wwf anche “le generiche affermazioni riguardo la semplificazione e la necessità di superare la burocrazia che ha incagliato i progetti: è vero ci sono molti interventi fermi per le diffuse incapacità, complicità e inerzie amministrative, ma molti altri sono bloccati perché fatti male, inutili, perché i costi sono lievitati inspiegabilmente o perché non sono state rispettate tutte le procedure di tutela ambientale”.