Opificio di senise, luci ed ombre
Delle vere e proprie perturbazioni sociali stanno attraversando la nostra comunità da quando s’è paventata l’ipotesi dell’ubicazione in loco di un opificio,fortemente voluto dal sindaco e dalla sua giunta, o parte di essa, e avversata altrettanto fortemente dal comitato cittadino. Dopo una serie di dibattiti mancati e di manifestazioni effettuate, le posizioni delle parti restano lontane ed inconciliabili. Il primo cittadino considera risibili e faziose le posizioni della vulgata demagoga di fronte ad una spinta occupazionale che ne deriverebbe unitamente alla completa eliminazione della tassa sui rifiuti e, non ultima, la royality (una tantum) che il comune ne ricaverebbe. Ben poca cosa, gli si obietta, di fronte ad una attività cancerogena che provocherebbe solo tumori e morte. Siccome questa è una questione che investe l’intera popolazione e non solo, buon senso e onestà intellettuale esigono che ,di fronte a questi fatti, si sia estremamente chiari con i cittadini. Ma purtroppo le motivazioni di entrambe le parti sono caratterizzate da molta approssimazione nonché di capziosità, quindi necessitano di stigmatizzazioni supportati da dati scientifici e dalla logica.
Incominciamo col dire che una attività come quella in questione, è stato dimostrato con indagini e statistiche, non arreca nessun danno alle popolazioni che vi sono a contatto, se l’impianto viene costruito e gestito cosi come le norme tecniche e i dettati legislativi impongono. Basta semplicemente visitare virtualmente alcuni posti dove impianti simili sono stati realizzati, senza scomodare sedicenti esperti in materia. Di contro, la ricaduta occupazionale, paventata dal sindaco, è una chimera in quanto il grosso delle unità lavorative è costituito da cassa integrati della regione, esterni al nostro territorio e, le quattro o cinque unità restanti, verrebbero verosimilmente gestiti: due dalla segreteria del precedente governatore, due dall’attuale e ciò che resta (uno ) magnanimamente concesso al Sindaco pro tempore. Troppo poco per chi pensava o pensa di aggredire, con l’idea dell’opificio, la piaga atavica della disoccupazione. Una zona come questa, a bassa densità di popolazione e ,che per altro pratica la raccolta differenziata (fiore all’occhiello), si troverebbe di fatto ad importare immondizia dalle regioni limitrofe in palese contrasto con la sua naturale propensione al turismo: vedi lago e macroattrattore. Una acritica perseveranza su questo tema da parte di coloro i quali perorano questa causa potrebbe essere spiegata più come una azione di mero vassallaggio politico che come intima convinzione. Una improbabile realizzazione di un centro di smistamento dell’immondizia sarebbe, per questa terra e per chi ha deciso di viverci, inutile quanto esiziale.
Andrea Corizzo, Senise